Si chiude con un settimo posto (su 15 partecipanti) la partecipazione degli Under 13 al 5° Trofeo della Marineria di Cesenatico nella categoria Under 13, frutto di 2 vittorie e 2 sconfitte (e la sfortuna di essere capitati nel girone a 3 che ci ha fatto giocare una partita in meno: la Stella Azzurra era arrivata con gli u14 e quindi è stata inserita nella categoria giusta).
Mentre per quanto riguarda il ballo e la serata disco siamo stati quelli che si sono comportati meglio, mettendo 13 atleti su 13 sui cubi fino alle 23:30 in compagnia delle pari età che disputavano il Torneo Femminile. Abbiamo scoperto che le femmine non sono poi questa roba brutta che si credeva solo qualche mese fa…
Parto da questa considerazione perché è chiaro che ancora in noi alberga la mentalità della gita. Nonostante i numerosi tornei a cui abbiamo partecipato, manchiamo sempre della necessaria personalità per affrontare certe sfide, che poi possono essere vinte o perse e non importa, ma che devono essere vissute con la faccia giusta.
Ormai è chiaro anche ai muri: siamo troppo forti per il contesto in cui ci esprimiamo (Regionale) e troppo indietro per quello successivo (Elite). A metà del guado, come si suol dire. E questo per noi in questa fase della nostra crescita deve essere la fonte di grande motivazione. Siamo come quei nuotatori che sono partiti da una sponda del lago e ora si ritrovano a metà strada un po’ stanchi e fiacchi: potrebbero tornare indietro (leggi Regionale) oppure rifiatare, recuperare forze ed energie, mettere ordine nella propria mente e proseguire il viaggio verso l’altra sponda del lago (leggi Elite). Questo è quello che dobbiamo fare in queste mesi, mesi in cui metteremo fuori dalla palestra il cartello work in progress e cercheremo di migliorare nei fondamentali e nell’esecuzione degli stessi. Abbiamo visto che fra Massa e Cesenatico la differenza fra le squadre Elite e noi è nei tempi: loro pensano in un secondo, noi in due, a volte tre. E su questo dobbiamo lavorare: mi consola il fatto che siete ragazzini intelligenti e quindi allenarvi il cervello non sarà difficile.
Ma tutto questo lavoro riuscirà se voi sarete i primi a crederci, se lascerete a casa le facce che ho visto alla partita contro Bergamo e Novara.
A dire il vero fra la prima giornata e la seconda la differenza si è vista, evidentemente le riunioni tecniche (leggi “cazziatoni”) della sera e del pomeriggio sono servite. Contro Bergamo (vincitrice del Torneo) ne abbiamo prese una sessantina (o 50, vado a memoria) ma non siamo mai stati vivi, abbiamo subito come delle Gazzelle del 2001 e non abbiamo mai mostrato la voglia di esserci, la nostra consueta grinta e la passione che ci hanno fatto conoscere in giro per l’Italia. Contro Novara al pomeriggio abbiamo vinto, giocando la peggior partita della nostra vita. Senza grinta, senza voglia di giocare insieme, insomma il minimo sindacale.
Secondi nel girone affrontiamo una seconda mica da ridere nella pool per il 5-8 posto: Ca’ Ossi Forlì di sua santità Santarelli. Ne buschiamo 50 (o giù di lì) ma giocando la miglior pallacanestro della nostra stagione. Un primo tempo di livello Elite ci ha permesso di rimanere attaccati al punteggio per molto tempo, poi la loro maggior esperienza a giocare partite di livello e la loro attitudine a stare in campo molti minuti senza cambi (cosa che a noi non succede: dopo pochi giri d’orologio noi siamo cotti, mentre gli altri rimangono lucidi e svegli per più tempo. Nella nostra squadra solo Cintone riesce a stare in campo 30 minuti e passa) nel secondo tempo ha fatto la differenza. Ma non abbiamo mollato e questo mi ha rinfrancato: ci sta subire 80 punti da Forlì, ma non esiste farne solo poco più di 30 perché sbagliamo il mondo da sotto, pensiamo in differita di un paio di secondi rispetto ai nostri tempi, non siamo attenti (entro e non so dove attaccare?) e commettiamo ancora infrazione di campo. Ma almeno le facce erano quelle giuste e non abbiamo mollato mai.
Nella finalina 7-8 c’è Legnano Milano, squadra più acerba di noi fisicamente, ma tecnicamente con alcuni elementi interessanti. Partita che qualche giorno prima ci saremmo serenamente complicati. Arriviamo al palazzetto, 10 minuti per scaldarsi ed è tempo di palla a due: ovviamente essendo arrivati per secondi (colpa non nostra ma del pullman Eurocamp) ci tocca la metà campo sfortunata con un sole in faccia mica da ridere (le vetrate sono belle ma fanno bene allo sport?). In partica giochiamo tutto il primo tempo con il sole che acceca, percentuali da partita scoiattoli, ma restiamo lì, soffriamo, continuiamo a macinare gioco e difendere forte e duro. Nel secondo tempo mettiamo la freccia e finiamo a più 30. In quelle condizioni, ripeto, fino a qualche giorno fa ci saremmo fatti uno squizzo nelle mutande, ieri l’abbiamo portata a casa, dimostrando che i progressi psicologici del mattino non erano casuali.
Proviamo a continuare così, faccia giusta ed intensità: martedì riprendono gli allenamenti ai soliti orari, duri perché se vogliamo un futuro più competitivo dobbiamo cambiare tutti marcia, recuperando nel frattempo capitan Santi (a Cesenatico come quelli del tennis), Rondoni e mettendo a regime nel nostro motore Mazzini, colui che ci può far svoltare davvero.
Ultimo consiglio: non è facendo finta di cadere addosso alle ragazzine che ve le farete amiche…