Fa un certo effetto andare a Faenza a giocare, al solito Liceo Scientifico, e non trovare Andrea Leonardi che fa tutto. Quest’anno il grande Leo, che è sempre Responsabile Minibasket Provinciale (e per fortuna!), ha fatto una scelta diversa, cioè quella di dedicarsi al minibasket femminile e quindi non lo vedremo, ma, dopo anni di sfide, un po’ ci manca!
Non che chi lo sostituisce sia da meno, anzi, ed è positivo che si vedano facce nuove in palestra.
Detto questo, la partita, sulla carta, poteva apparire difficile, in quanto Faenza è molto più fisica di noi, e noi avevamo una formazione molto sperimentale. Considerando il black out di due settimane per la neve, che ha reso impossibili alcuni allenamenti sia a noi che a loro, era chiaro a tutti che avrebbe vinto la squadra che avesse avuto più benzina nel finale. O la panchina più lunga.
Invece i ragazzi della Compagnia, dimostrando di avere imparato la lezione di Lugo dove li avevamo guardati prendere il largo, sono partiti subito forte, aggredendo gli avversari in difesa e facendo girare molto bene la palla in attacco: sull’asse Marinelli – Casadei si sono viste cose molto belle, dai e vai rapidi e movimenti senza palla. Ma anche gli altri non hanno demeritato portando il proprio mattoncino alla causa. Nel secondo quarto la pressione è aumentata e siamo stati bravi ad incrementare il vantaggio (3-29 all’intervallo lungo).
Alla ripresa non siamo stati capaci di adeguarci al metro arbitrale. Infatti, i fischi del giovane arbitro sono stati coerenti, ma abbastanza “piccioni” noi a non interpretarli e a cambiare modo di approcciare le azioni. Se fischia 3 volte infrazione di palming (che ci stavano tutte) bisognerà palleggiare di meno e meglio, se fischia falli in attacco si cercherà di costruire tiri diversi e via di seguito. Invece i nostri hanno smesso di giocare, pensando di avere ragione loro. In realtà, e ve lo dice un arbitro, il direttore di gara ha sempre ragione. Sta a noi adeguarci e superare anche quell’ostacolo improvviso. Ma non esiste smettere di difendere e non tirare più bene: il parziale del terzo quarto dice 9-2 per Faenza. 2 punti solo non si fanno nemmeno al campetto senza arbitri, figuriamoci in palestra. Il momento di crisi è durato solo 8 minuti mentre nel quarto quarto abbiamo dimostrato che la panchina lunga ha ancora un valore: 5-25 di puro orgoglio per il 17-56 finale.
Bene, dunque, a parte il terzo quarto, mentre come atteggiamento difensivo dobbiamo cercare di lavorare tutti e 5 contemporaneamente. Ancora si vede sempre qualcuno che dorme e vanifica il lavoro degli altri 4. Se il portatore di palla avversario chiude il palleggio gli altri 4 devono diventare dei leoni, stare attaccati al proprio uomo e cercare l’anticipo. È l’unica occasione che abbiamo per rubare la palla quando è ferma, dobbiamo sfruttarla meglio: spesso succede che gli avversari chiudono il palleggio ma trovano sempre una linea di passaggio perché regolarmente ce n’è uno che in quel momento non è attento e sta a 3 metri dal suo uomo. Dobbiamo difendere in 5, non in 3-4, sia a palla ferma che in movimento (c’è sempre qualcuno che buca un aiuto!).
Chiudo con un vecchio adagio: per fare 20 punti a partita ci vuole talento, per difendere solo concentrazione e attenzione. Quindi tutti possiamo farcela: se ce l’ho fatta io a miei tempi (a talento zero) ce la potete fare anche voi.
Ci vediamo oggi alle 18 ad allenamento (Villaggio).
Il Tabellino (SB Faenza – Compagnia dell’Albero Ravenna 17-56):
Baravelli, Casadei 6, Cirilli 10, Cricca, Fuschini 2, Giardini 5, Frisari 2, Giusti 6, Gobbi 6, Landi 4, Pasini, Salvadori 13, Marinelli 2.
Istruttore Serri, Vice Marani