(Volevo pubblicare la foto della piccola Anna, poi per ovvi motivi ho lasciato perdere. In effetti la descrizione che ne ha fatto “Nonno felice” è reale, Anna ha dispensato sorrisi e boccacce a tutti. Perdonatemi, ma mi ha ricordato suo papà, quando c’era gente non si è mai negato! Il carattere si vede fin da piccoli… Se qualcuno vuole la foto della piccola me lo può chiedere, in fondo una decina di scatti li abbiamo realizzati.
E’ vero, ho insegnato gli aiuti alla squadra, colpevole! E come li ho insegnati a loro, a tutti i gruppi che ho allenato dal ’85 in giù, li insegnerò ai 2002 fino ai 2027! Lato forte, lato debole, aiuto e recupero: e se andate in giro per l’Italia vedrete che non lo facciamo solo noi!)
Sono passati due giorni e ancora sono senza le forze necessarie per concentrarmi e descrivere quanto è successo. Bellissimo ! E potrei fermarmi quì. In realtà, credetemi, tutto, in me, è partito diversi giorni prima.
Dover affrontare un Torneo, il primo per me, con i miei ragazzi degli anni scorsi, con regole che prevedono i cambi, con l obbiettivo di voler onorare in qualunque modo il primo Torneo intestato a Livio. La pressione è stata tanta e credo di averla celata poco. Emozionato? Di più! Alla mia età? Sì, ancor di più! Cosa volete, ho sempre cercato di essere un buon papà, ma, in questo caso, ero e dovevo essere “il papà”! E credetemi, la finale è stata giocata sul campo, sulle tribune, ma anche su, ancora più su, oltre le nuvole. Una volta alzata la palla a due la concentrazione ha sempre preso il soppravvento, ma prima e dopo ogni partita, gli occhi rossi tradivano i miei pensieri.
Tre partite in quattro giorni. Il giorno di riposo è stato il più lungo. Tre gare giocate dai ragazzi con un impegno, una concentrazione, una determinazione come solo loro sanno avere. Su questo sapevo di poter contare ad occhi chiusi.
Sono troppo bravi. Troppo maturi. Ho sempre sostenuto che, visti da fuori, i nostri ragazzi sembrano più grandi dei loro coetanei, sembrano più seri, più … ragazzi.! Questo è per tutti noi un grosso motivo di orgoglio. E’ facile portarli in giro, sai che comunque ti faranno fare bella figura. Qualunque
sia il risultato e il colore del referto. Questo è stato, da sempre, il primo dei nostri obiettivi e sono convinto che tutti noi ne possiamo andare fieri.
Tre partite. La prima con l’ Andrea Costa di Imola è servita per rompere il ghiaccio. Il nome era altisonante, ma, sul campo, si sono dimostrati ancora troppo “inesperti” per affrontare i nostri leoni (erano,sono e resteranno sempre leoni). 71 a 34. Facile. Ma settantuno punti sono da segnare! Tanti con la mano calda e la testa fresca. Le gambe hanno corso e tanto.
La seconda contro Giocare Insieme che sembrava il nome di una confezione di giochi di società, se si guardava bene, però, un po’ più in piccolo, c’era scritto Minibasket Fortitudo Bologna. Vi dice niente? Qualcuno dalla tribuna, a partita conclusa, ci ha fatto sapere che, parlando tra di loro, i
genitori bolognesi sostenevano che sarebbero venuti a vincere il torneo: ” … con un filo di gas.”
53 a 18! Una bella squadra la loro. Credo non abbiano mai segnato solo diciotto punti! Negli ultimi due quarti solo tre punti. Tre tiri liberi. Come? Mai visto tanto ordine come nel nostro secondo tempo. Tutti concentratissimi. Tutti attenti al proprio uomo e ad aiutare. E che aiuti! Per due volte l’arbitro, su richiesta della panchina bolognese, mi ha richiamato perchè i nostri ragazzi usavano i raddoppi. Cosa sono? Chi me lo sa spiegare? Erano talmente ordinati che, quando andavano a rubare la palla, si muovevano come se avessero studiato per giorni e giorni schemi professionistici.
Anche il loro miglior prospetto, più grande, più grosso e forse anche più bravo dei nostri è stato preda dello sconforto e del nervosismo. Complimenti meritatissimi a tutti.
Anche il loro miglior prospetto, più grande, più grosso e forse anche più bravo dei nostri è stato preda dello sconforto e del nervosismo. Complimenti meritatissimi a tutti.
Dopo il giorno di riposo, la terza partita. La finale. La Partita. Contro i padroni di casa. Il nostro compito iniziale era quello di onorare il torneo e lo avevamo ampiamente già fatto. Serviva l’ ultimo sforzo. Ancora 32 minuti di attenzione poi … Come sempre, ai ragazzi, abbiamo chiesto di fare in ogni momento, la cosa più semplice: passare al primo compagno libero, correre negli spazi, aiutare il compagno in difficoltà, marcature attente abbandonando l’uomo quando c’è bisogno di aiutare. Compito svolto con molta attenzione, ma, questa volta, più spesso con la testa calda e la mano fredda. Più che giustificati. Era la Finale. La Finale di un Torneo dedicato a Livio. Io ho
cercato di nascondere l’emozione, ma già nello spogliatoio, prima della partita, la mia voce mi ha tradito e un paio di lacrime hanno fatto il resto.
Un grazie a Barbara che ha cercato di distrarmi e distrarli, ma oramai avevo trasmesso la mia emozione che, anche se giustificata, forse ha investito i ragazzi di un po’ più di responsabilità. Sia chiaro, lo rifarei. So e sapete chi era Livio. Ne vado fiero e lo dimostro ogni volta che posso. La partita è stata bellissima. Tutti impegnati fino alla fine. Gli avversari, mai domi, che
trovavano energie continuamente. Con maggior tranquillità avremmo gestito tutto molto meglio. Così è stato più avvincente per tutti. In tribuna, strapiena, una bolgia di tifo. Per noi e per loro. Cori, trombe, impossibile parlare con i ragazzi che, poco abituati a questa cornice di pubblico, cercavano conforto nello sguardo del compagno piuttosto che rivolgersi alla panchina. Bello. Tutto molto bello. Bellissimo. Da entrambe le parti dimostrazione di abilità, ma anche di sportività e correttezza. Scontri di gioco tanti. Rispetto assoluto degli avversari e dell’ arbitro. Questo è lo sport ! Alla fine ho visto i ragazzi della nostra panchina alzarsi e correre in campo. Il tempo era finito e il tabellone diceva Massa 47, Compagnia dell’Albero 49! Era fatta. Era tutto vero. Il primo Torneo Livio Neri ce lo teniamo stretto in casa nostra! Bravi.
Indistintamente bravi tutti. Con sacrificio e impegno la Vittoria è arrivata. E dopo la Vittoria, tutti a festeggiarla! Chi,la Vittoria? No! Tutti a festeggiare lei, Anna ! La piccola di casa Neri che ha avuto modo di esserci perché Elena ha fatto in modo che ci fosse. Biricchina! A casa, se l’avvicino, mi fissa con i suoi occhi scuri, a spillo, e mette il muso. In palestra si è fatta spupazzare da tutti, dispensando boccacce e sorrisi.
Noi abbiamo conquistato il Trofeo. Lei ha conquistato tutti !
I TABELLINI
QUARTI DI FINALE: Compagnia dell’Albero Ravenna 71 – Andrea Costa Z. Imola 34 BABINI, BERNARDI A., BERNARDI E., CANTORO 4, CINTI 6, FABBRI 2, GOI 12, GUZA 4, MARINELLI 13, MONTANARI A. 4, MONTANARI E. 4, SAMARITANI 4, TASSINARI 12,
VIRGILI 6.
VIRGILI 6.
SEMIFINALE 1-4 POSTO: Compagnia dell’Albero Ravenna 53 – Giocare Insieme M.B. Fortitudo Bologna 18BERNARDI A., BERNARDI E., CANTORO 6, CINTI 3, DONA’, FABBRI 2, GOI 11, GUZA 2,
MARINELLI 12, MONTANARI A. 3, MONTANARI E. 8, SAMARITANI, TASSINARI 1, VIRGILI 4.
FINALE 1-2 POSTO: Compagnia dell’Albero Ravenna 49 – Basket Massa 1947 47BERNARDI A. 4, BERNARDI E. 2, CANTORO 2, CINTI 5, FABBRI, GOI 6, GUZA 3, MARINELLI 5, MONTANARI A. 2, MONTANARI E. 6, SAMARITANI 4, SCHIAVONE 4, TASSINARI 6, VIRGILI.