Questo è il post che non avrei mai voluto scrivere. Oggi ho perso un fratello, un amico sincero ed un valido collaboratore. Capita poche volte nella vita di conoscere una persona con cui entri subito in sintonia. Una persona sincera, leale come poche ce ne sono, onesta e schietta. Nel bene e nel male. Le cose Livione non te le mandava a dire, ma poi era sempre pronto a spiegartele e a quel punto facevi fatica a non dargli ragione. Abbiamo condiviso tante cose, tante gioie e qualche mazzata, ma il sorriso non ce lo siamo mai tolti dal viso. La nuova avventura ci sta dando soddisfazione, i bambini aumentano, nella nostra vita privata le cose volano. Lui diventerà babbo a gennaio, io mi sono inserito a scuola coronando un sogno lungo 4 anni. I 4 anni che ho passato al suo fianco, professionalmente i più esaltanti della mia vita. Perché, e ve lo dico sempre, quando si ha la fortuna di incontrare persone capaci e che la pensano come te è più facile lavorare e vivere. Quando abbiamo deciso di cambiare aria non ho esitato un minuto: manteniamo il legame, non ci sono problemi. Poi, ironia della sorte, abbiamo firmato per una società il cui motto è Serva Jugum, mantieni il legame. Il nostro progetto va avanti, per Livio e con Livio. Ho solo un rammarico: non è riuscito a confermare la tessera gare per la Compagnia. Gliela avevo mandata due settimane fa, sapevo che difficilmente sarebbe di nuovo sceso in panchina, ma volevo che fosse tesserato ed in regola. Volevo che nel sistema di Fiponline rimanesse che il capo allenatore dell’Under 13 era lui, e che la sua stagione agonistica, purtroppo l’ultima, fosse marchiata Compagnia. Ed allo stesso tempo volevo che nella storia della Compagnia ci fosse che il primo allenatore a partecipare ad un campionato giovanile fosse lui. Era una questione di forma ma ci tenevo. Per fare tutto ciò Livio doveva solo spingere un tasto. La malattia non glielo ha permesso.
Ci lascia un grande uomo, un fratello. Già mi mancano le sue telefonate, che per la cronaca sono durate fino a lunedì 24 ottobre. Fino a quando è stato in grado di parlare, ha pensato alla sua famiglia ed alla sua bambina. E nella sua famiglia c’eravamo anche noi. Non c’era giorno che non chiedesse dei ragazzi, dei loro progressi e delle loro performance. E io come un umile supplente a raccontare e prendere appunti. Non vi nascondo che gli ultimi allenamenti erano stati dettati da coach Neri: pochi giorni ancora su questa terra e via a pensare ai suoi ragazzi. Perché questa è stata la sua lezione più grande per me: lavorare sempre, al massimo per voi, i nostri ragazzi, per lasciarvi qualcosa, una lezione di basket o di vita poco importa. Noi la pensiamo così e ora che Livio non c’è più, continueremo a pensarla ancora di più così.
Ma la lezione più grande che ci ha dato Livio è davvero un’altra. Vivere, vivere bene, vivere sereni. La foto che vedete in cima è stata scattata il 28 giugno 2011, il giorno della mia seconda laurea. Avevo invitato, oltre ai mie parenti più stretti, 5 amici 5. Le cose importanti della vita le condividi con le persone davvero importanti. Livione era con me quella sera, bello, abbronzato e pieno di salute. Progettavamo tante cose, avevamo tanti sogni, in questo momento ben vividi nella mia mente. Questa foto è il simbolo di due amici che avevano voglia di spaccare il mondo. Dopo 4 mesi esatti Livio non c’è più. Mi ha insegnato ad essere felice per le piccole cose, di pensare a domani e non a dopodomani. La sua storia è questa. Ora che non c’è più io devo spaccare anche per lui. Con Livio nel cuore. E qualsiasi cosa che faremo in palestra, a scuola o al lavoro, la faremo con lui di fianco, perché da lassù lui ci guarderà orgoglioso. Abbiamo perso un amico, ma da oggi abbiamo un tifoso illustre in più. Ciao coach!
Ci lascia un grande uomo, un fratello. Già mi mancano le sue telefonate, che per la cronaca sono durate fino a lunedì 24 ottobre. Fino a quando è stato in grado di parlare, ha pensato alla sua famiglia ed alla sua bambina. E nella sua famiglia c’eravamo anche noi. Non c’era giorno che non chiedesse dei ragazzi, dei loro progressi e delle loro performance. E io come un umile supplente a raccontare e prendere appunti. Non vi nascondo che gli ultimi allenamenti erano stati dettati da coach Neri: pochi giorni ancora su questa terra e via a pensare ai suoi ragazzi. Perché questa è stata la sua lezione più grande per me: lavorare sempre, al massimo per voi, i nostri ragazzi, per lasciarvi qualcosa, una lezione di basket o di vita poco importa. Noi la pensiamo così e ora che Livio non c’è più, continueremo a pensarla ancora di più così.
Ma la lezione più grande che ci ha dato Livio è davvero un’altra. Vivere, vivere bene, vivere sereni. La foto che vedete in cima è stata scattata il 28 giugno 2011, il giorno della mia seconda laurea. Avevo invitato, oltre ai mie parenti più stretti, 5 amici 5. Le cose importanti della vita le condividi con le persone davvero importanti. Livione era con me quella sera, bello, abbronzato e pieno di salute. Progettavamo tante cose, avevamo tanti sogni, in questo momento ben vividi nella mia mente. Questa foto è il simbolo di due amici che avevano voglia di spaccare il mondo. Dopo 4 mesi esatti Livio non c’è più. Mi ha insegnato ad essere felice per le piccole cose, di pensare a domani e non a dopodomani. La sua storia è questa. Ora che non c’è più io devo spaccare anche per lui. Con Livio nel cuore. E qualsiasi cosa che faremo in palestra, a scuola o al lavoro, la faremo con lui di fianco, perché da lassù lui ci guarderà orgoglioso. Abbiamo perso un amico, ma da oggi abbiamo un tifoso illustre in più. Ciao coach!